giovedì 22 aprile 2010

Earth Day - Il giorno della Terra


Oggi 22 Aprile 2010 si festeggia l'Earth Day, ovvero il "giorno della Terra", una ricorrenza che a primavera si tiene nell'emisfero nord del pianeta, in autunno in quello sud.

Ricorrono oggi 40 anni da quando il 22 aprile 1970 venti milioni di americani rispondendo all’appello del senatore Gaylord Nelson parteciparono per la prima volta ad una manifestazione in difesa del nostro Pianeta e delle sue risorse.
Nato allora come movimento universitario, nel tempo, l’Earth Day è divenuto un avvenimento educativo ed informativo.

Il "giorno della Terra" quest’anno coninvolgera’ 175 Paesi e oltre 500 milioni di persone con molte iniziative e la richiesta ai vari politici mondiali di nuove leggi a favore della difesa del clima.
In occasione del 40° anniversario dell'Earth Day, si terra’ a Washington un grandissimo concerto, al National Mall, dove tantissimi personaggi famosi lanceranno il loro grido di aiuto in difesa del Pianeta come il regista James Cameron, vincitore di “Avatar’ ,  Jesse Jackson e tantissimi musicisti come Sting, John Legend, The Roots, Jimmy Cliff, Passion Pit, Joss Stone ed altri.

Mentre a Roma si terra’ un  grande concerto gratuito dove saranno protagonisti Pino Daniele e Morcheeba, per la terza edizione del Nat GeoMusic Live in occasione.

Fate buoni propositi per il "NOSTRO" Pianeta.


giovedì 15 aprile 2010

Laviamo i piatti senza detersivo!


Molti di noi ormai hanno dimenticato i vecchi metodi e rimedi naturali... quelli dei nostri nonni per intenderci.
Una volta non c'erano "Svelto", "Dixan", "Calfort", "Tachifludec", "Aulin", "Vetril", ecc... eppure le persone si curavano, facevano il bucato, lavavano i piatti e tenevano linda e profumata la casa.
Oggi vorrei rispolverare una di queste vecchie usanze.

Sapevate che l'acqua di cottura della pasta è ottima per lavare i piatti.
Infatti è ricca di amido ed è bollente. Due caratteristiche che le permettono di sciogliere i grassi. L'amido, infatti, ha la capacità di rendere solubili gli acidi grassi deboli e il calore ne facilita l'azione.

Se non ci credete provate.
Invece di scolare la pasta facendo finire nello scarico del lavandino l'acqua di cottura, conservate quest'ultima in una pentola.
A fine pasto sarà ancora calda e laverà tutti i vostri piatti, bicchieri e posate, anche le pentole unte. Puliti e sgrassati, tanto da cantare passando il dito.

Un ottimo metodo per riparmiare detersivo e ovviamente denaro, ma soprattuto per rispettare l'ambiente.

Ciao a tutti e alla prossima chicca!

Burro chiarificato


Nei post precedenti abbiamo visto come fare il burro.
Ora spieghiamo come chiarificarlo.

Facciamo una piccola premessa così da comprendere le principali differenze tra il burro comune e il burro chiarificato.

Il burro oltre ai grassi contiene anche acqua (15-18%) e proteine (caseina).
Un burro comune ha mediamente una percentuale di grassi pari all'86%, mentre il burro chiarificato ha una percentuale di grassi prossima al 100%.
Il burro comune andrebbe utilizzato solo a crudo o in quelle lavorazioni dove la temperatura di cottura non supera il suo punto di fumo, che è 130°C.
Infatti superata questa temperatura esso cambia colore, divenendo color nocciola e sviluppando degli aromi caratteristici, spesso apprezzati in cucina, ma allo stesso tempo si sviluppano sostanze tossiche particolarmente nocive per la nostra salute.
Ad alimentare lo sviluppo di queste sostanze nocive è l'acqua contenuta nel burro comune, che favorisce l'idrolisi degli acidi grassi.
Questo non avviene, invece, nel burro chiarificato, avendo eliminato quasi totalmente da esso l'acqua e la caseina.

PREPARAZIONE:
Prendete il burro che avete prodotto seguendo le istruzioni del precedente post (vedi post Oggi facciamo il "burro") o del burro comune e scioglietelo lentamente a bagno maria, lasciandolo cuocere per 15-20 minuti circa.
Vedrete affiorare in superficie una massa biancastra. E' la caseina che si è coagulata a causa del calore.
L'acqua contenuta nel burro evaporerà, sempre per effetto del calore.
A questo punto non vi resta che filtrare il burro fuso con un canovaccio, in questo modo lo separerete dalla caseina coagulata.
Versatelo in un contenitore di vetro e riponetelo in frigorifero.

Il burro chiarificato così ottenuto sarà puro quasi al 100% e potrete utilizzarlo per friggere senza che subisca alterazioni chimiche, fermo restando che sappiamo quanto facciano male i grassi animali, alla linea quanto alla salute.
Quindi non abusatene! ^_^

Buona frittura a tutti!

lunedì 12 aprile 2010

Preparazione della "Ricotta"


Ho pensato di pubblicare questo post per tutti coloro che volessero semplicemente produrre a casa propria della ricotta, partendo dal latte acquistato al supermercato.

INGREDIENTI e OCCORRENTE:
- 2 litri di latte fresco intero
- 2 limoni o dell'aceto
- sale
- 200 ml di panna fresca pastorizzata (facoltativo)
- un termometro alimentare
- 2 fascelle per ricotta
- una pentola d'acciaio
- una schiumarola

PREPARAZIONE:
Premetto che la panna fresca è un ingrediente facoltativo. L'aggiunta della panna vi permette di ottenere una ricotta più grassa e cremosa, e una resa maggiore a parità di litri di latte utilizzati. Se vi piace la ricotta magra, NON aggiungete la panna.
Anche il sale è un'ingrediente facoltativo. La ricotta prodotta senza sale risulta gradevolmente dolce. Se vi piace saporita,  aggiungete del sale a vostro piacimento, ma non più di 2 cucchiaini da caffé per ciascun litro di latte.
Con le dosi sopra indicate e l'aggiunta della panna, riuscirete ad ottenere dai 700g agli 850g di ricotta.

Versate il latte ed eventualmente la panna in una pentola d'acciaio. Considerate che durante la bollitura aumenterà un pò di volume, quindi non colmatela fino al bordo.
Mettete sul fuoco moderato e portate lentamente a 90°C mescolando spesso in modo da distribuire omogeneamente il calore.
Di tanto in tanto controllate la temperatura col termometro alimentare.
Verso i 50°C aggiungete il sale (per chi vuole produrre una ricotta salata) e mescolatelo bene fino al completo scioglimento.
Nel frattempo, per chi avesse deciso di usare il limone, spremete i limoni in un bicchiere e controllate la temperatura. Se continua a salire gradatamente non modificate la fiamma, altrimenti, se inizia a rallentare troppo, alzate leggermente. Raggiunti i 65°C versate il limone nella pentola, mescolate molto bene e attendete.
Date ancora qualche piccola mescolatina, ma raggiunti i 70-75°C NON MESCOLATE PIU' il latte.
Ora dovete solo attendere che il latte arrivi a 90°C e inizierete a vedere affiiorare la ricotta.

Quando la ricotta inizierà a affiorare, attendete che si formi uno strato omogeneo compatto e di una certa consistenza, ad un certo punto la forza della bollitura romperà lo strato di ricotta come fosse una crosticina.
A questo punto potrete iniziare a prelevare dalla pentola la ricotta con la schiumarola. Sgocciolatela bene e ponetela nella fascella. E via via, mentre ne affiora altra ripetete l'operazione...
Non smuovete mai la ricotta una volta riposta nella fascella. Mettete semplicemente la fascella in una scodella in modo che sia libera di sgocciolare senza che il fondo della fascella entri in contatto con l'acqua di scolo.
Lasciatela raffreddare a temperatura ambiente, poi mettetela in frigorifero coperta, ma in modo che respiri un pò e servite fresca.
Ricordatevi di controllare che non si formi troppa acqua di scolo nella scodella. Nel caso, di tanto in tanto vuotatela.

Buon appetito!

giovedì 8 aprile 2010

Prepariamo la "Ricotta" con il latte avanzato dalla lavorazione del burro

Visto che abbiamo fatto il burro, ho pensato a tutti coloro avessero preso il latte crudo in cascina.
Ora vi domanderete: che ci faccio con 4 litri di latte? Certo non ve lo berrete in un giorno...

Come vi avevo accennato nel post precedente potete farne "ricotta" o "formaggio".
La ricotta è decisamente più veloce e semplice da fare, quindi vediamo come procedere.

INGREDIENTI e OCCORRENTE:
- 4 litri di latte
- del succo di limone o dell'aceto
- termomentro alimentare che arrivi almeno a 110°C
- due fascelle per ricotta

PREPARAZIONE:
Versate il latte in una pentola d'acciaio e mettete sul fuoco a fiamma moderata.
Dovete portare la temperatura del latte fino a 90-100°C, ma molto lentamente. Più lentamente salirà la temperatura, maggiore sarà la resa della vostra ricotta.

Quando la temperatura del latte arriva a 65-70°C dovete versarvi una sventagliata di aceto o una spruzzata di limone. Il primo và in quantità maggiore e vi permetterà di produrre una ricotta più grossolana e fioccosa, apparentemente magra, mentre il secondo vi darà una ricotta fine e cremosa e una resa leggermente superiore.
In realtà la grassezza e finezza della ricotta dipende anche dalla temperatura, dalla quantità di grassi presenti nel latte, dal fatto che venga fatta col siero di scarto della lavorazione dei formaggi o col latte... ma non divaghiamo. Se volete sapere tutto in merito scrivetemi.

Per esperienza, nel caso di bollitura del latte interamente destinata alla produzione della ricotta, vi suggerisco di usare il limone. Otterete una ricotta dolce e compatta. Se vi piace saporita o leggermente salata, aggiungete al latte il sale. Per una salatura completa aggiungete 2 cucchiaini di sale per ciascun litro di latte, per una ricotta parzialmente salta basta un cucchiaino per litro. Vi conviente aggiungere il sale dai 55-60°C in poi, così si scioglierà completamente ed eviterete l'affioramento di una parte della massa grassa del latte (fenomeno che capita spesso quando si aggiunge il sale).

A questo punto dovete attendere che il latte bolla.
Dai 90°C in poi inizierete a vedere affiorare la ricotta.
Questa è la fase più delicata.
Attendete che se ne sia formato uno strato consistente e compatto sulla superficie del latte, e appena la bollitura lo spaccherà facendosi strada tra di esso, potrete iniziare a raccogliere la ricotta con una schiumarola e riporla nella fascella (potete usare una di quelle svuotate consumate precedentemente, che avrete tenuto da parte e lavato bene in acqua bollente per sterilizzarla).
Man mano che affiora altra ricotta, attendete un pochino e raccogliete anche quella, e così via, fino a quando non resterà che un liquido giallo-verdognolo che bolle e non produce più nulla.
Questo liquido è il siero magro del latte, ottimo per la cura della pelle e come cibo per i maiali.

Ed ecco fatto, la vostra ricotta fresca è pronta.
Lasciatela raffreddare a temperatura ambiente, poi riponetela in fricorifero coperta o chiusa in un contenitore in modo che non si asciughi eccessivamente, ma che possa traspirare dal contenitore.
Servita fresca è davvero eccellente. A chi piace è buona anche tiepida, ma calda è davvero terribile.



 Buon appetito a tutti!!!

mercoledì 7 aprile 2010

Oggi facciamo il "burro"!


Molti di voi penseranno sia un'operazione complessa ottenere del burro partendo dal latte, invece è molto più semplice di quello che pensate.

Possiamo tralasciare le considerazioni nutrizionali, visto che sappiamo tutti ormai che i grassi animali fanno male alla salute e meno se ne assumono meglio è. Ma se proprio dobbiamo mangiare del burro... che almeno sia davvero burro di prima qualità, ovvero la massa grassa ottenuta dalla panna del latte!

Il burro a cui ormai l'industria ci ha abituato, contiene un sacco di prodotti chimici come emulsionanti, creme addensanti, in alcuni casi addirittura lo zafferano o il carotene, utilizzati per conferire al burro il classico colore giallognolo!
Non parliamo della margarina, grasso vegetale estratto chimicamente e reso solido da un processo detto "idrogenazione", ovvero l'aggiunta di atomi di idrogeno alle molecole degli acidi grassi vegetali, che altrimenti si presenterebbero allo stato liquido. La margarina è ciò che più comunemente trovate indicato tra gli ingredienti dei generi alimentari col nome di "grassi idrogenati". Per me questo è inaccettabile!

Per fare il burro serve la panna del latte.
Se vicino a casa vostra fosse presente un distributore di latte crudo (esempio quelli tipici delle cascine che vanno di moda da qualche anno a questa parte), potete acquistare 3 o 4 litri di latte crudo dal quale ricavare la panna.
Infatti, basta versare il latte in un contenitore e tenerlo al fresco per qualche ora senza muoverlo, e vedrete affiorare in superfice la panna. Dalla panna farete il burro, mentre il latte spannato (scremato) potrà essere consumato oppure utilizzato per produrre della ricotta o del formaggio.

Ovviamente il latte crudo può presentare delle cariche batteriche, quindi sarebbe meglio bollirlo (dato che non avrete sicuramente a casa vostra un pastorizzatore), questa operazione pregiudicherebbe, però, la qualità della vostra panna.
Quindi il mio suggerimento è di acquistare della panna fresca pastorizzata al supermercato.
Una confezione da 200ml costa meno di €1,00 e avendo generalmente una resa del 50%, vi permetterà di produrre in pochi minuti circa 1etto di burro di primissima qualità. Inoltre essendo pastorizzata, vi garantisce l'assenza di cariche batteriche indesiderate.

Premesso questo, vediamo come procedere.

INGREDIENTI e OCCORRENTE:
- 200 ml di panna fresca pastorizzata
- un vasetto di vetro da 400-500 ml con coperchio ermetico
- una bottiglia di acqua del rubinetto fredda dal frigorifero

PREPARAZIONE:
Prendete il vasetto ghiacciato dal freezer e versatevi dentro la panna liquida (200ml).
Chiudete il vasetto col coperchio ermetico ed iniziate ad agitare energicamente.
Dopo 3 o 4 minuti dovreste cominciare a sentire che il suono della panna che sbatte nel vasetto lentamente cambia, diventando via via sempre più ovattato.
Ad un certo punto, quando avrete il fiatone, sarete sudati e starete pensando che forse riflettendoci del burro non ve ne frega più un gran ché, vi accorgerete che nel vasetto non sbatte più nulla. Il vasetto è muto. E' come se la panna si fosse completamente montata/emulsionata. Anche se vi sembrerà di essere impegnati in questa attività da ore, saranno passati si e no 5 minuti o poco più.


A questo punto, anche se siete stanchi, raccogliete le ultime energie ed agitate il vasetto in modo energico, molto più forte di prima... 15-30 secondi dovrebbero bastare per sentire un tonfo...
Il vasetto ora non è più muto, ma agitandolo, anche piano, sentirete come una pallina che sbatte nell'acqua.
Bene, aprite il coperchio e festeggiate. Nel barattolo vedrete una palla di burro galleggiare in un siero biancastro: il latticello. Questo liquido acido si può buttare. Si ottiene dalla scomposizione degli acidi grassi della panna.

Ora aggiungete un pò di acqua fredda (quella che avevate messo in frigorifero) e agitate ancora. L'acqua diventa biancastra. Buttatela. Aggiungete altra acqua e ripetete, fino a che l'acqua rimarrà limpida.


Infine, prendete un contenitore di vetro, sgocciolate il burro e versatelo nel contenitore. Il burro è mollissimo, quindi se batterete sul fondo del vasetto si appiattirà all'interno del contenitore in modo omogeneo e compatto, evitando la formazione di bolle d'aria. Coprite il burro con un velo d'acqua fredda. Chiudete il contenitore col coperchio e mettetelo in frigorifero.


Voilà! Il vostro burro è pronto!!!

Noterete che non è giallo ma quasi bianco. Assaggiatelo e sentirete che non sà di "pongo" come quello del supermercato, ma è molto pannoso... Sà praticamente di panna con un leggero retrogusto di latte.
Il prodotto che avete ottenuto è di prima qualità e nel contenitore di vetro sott'acqua si può conservare per una decina di giorni massimo (7-10gg). Controllate sempre che non ingiallisca, non compaiano muffe e non resti esposto all'aria, ma sempre con un velo d'acqua a ricoprirlo.
Quando lo usate cambiate l'acqua.

 
I più intraprendenti potranno arrotolarlo nella cartaforno delicatamente, rotolandolo, fino ad ottenere un panetto cilindrico. Così sembrerà proprio acquistato... ^_^ ma farete più fatica a conservarlo sott'acqua, dato che galleggerà!

Allora buon divertimento e alla prossima.

martedì 6 aprile 2010

Dolcetti al cocco


Oggi una ricetta semplice e veloce da preparare, adatta a quando volete offrire ai vostri ospiti qualcosa di sfizioso, ma non avete molto tempo da dedicarvi.

INGREDIENTI:
- 2 uova
- 125 g di cocco macinato
- 150 g di zucchero
- 40 g di farina

PREPARAZIONE:
Mettete le uova e lo zucchero in un pentolino e mantegate bene con una forchetta, in modo che non si formino grumi. Aggiungete la farina e mantegate bene ancora. Poi aggiungete il cocco macinato e mescolate il composto fino ad ottenere un impasto compatto ed omogeneo.


A questo punto con due cucchiaini formate dei bocconcini e adagiateli in una teglia su di un foglio di carta forno.
Infornate a 180/170°C per 15/10 minuti (in base a temperatura e tempi di cottura otterrete dolcetti più duri o più morbidi. Se li lasciate riposare 10-15 minuti nel forno caldo con lo sportello aperto diventeranno croccanti, ma piuttosto duri). A cottura ultimata lasciate riposare qualche minuto nel forno caldo. Sfornate e servite freddi.


Buon appetito!