giovedì 25 marzo 2010

"WWW": cercasi libertà d'espressione!


E' una vergogna!
In questi giorni si stà parlando molto della decisione di Google di chiudere il proprio sito in Cina, installando un Server ad Hong Kong per aggirare la censura del Governo Cinese.
Da ieri infatti, digitando http://www.google.cn/ si viene automaticamente reindirizzati su http://www.google.com/hk.
In questo modo gli utenti Google cinesi potranno ricercare termini quali: libertà, capitalismo, Dalai Lama, Piazza Tiananmen, ecc..., ricerche fino a ieri impossibili.

Una grande vittoria per la libertà di espressione e di informazione.
A mio avviso, è impensabile nel 2010 essere ancora in queste condizioni, in un paese di quasi un miliardo e mezzo di abitanti, che ormai si stà affermando come una delle potenze modiali di primo piano!

Purtroppo il problema è stato risolto solo parzialmente, in quanto Google è riuscita in questo modo ad aggirare soltanto l'autocensura ed evitare eventuali sanzioni da parte del Governo Cinese.
Infatti, restano attivi i "filtri di Stato" del Governo, che non permettono comunque di raggiungere dal paese asiatico i siti sgraditi a quest'ultimo.

Google ha comunque incassato il plauso delle associazioni per i diritti umani, soddisfatte della dimostrazione che esiste una via di mezzo tra collaborare col regime o andarsene. Prima fra tutti Amnesty International, il cui sito non risulta raggiungibile in Cina.

Speriamo che tutto questo finisca presto!!!

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